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al testo di Pietro Menditto
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AUmberto Saba La casa Ti diventa familiare una casa che ti è due volte estranea perché casa tua non è. Un altro crede possederla che mensilmente riceve la testa del tuo stipendio e alla fine quel risentimento che prova il conduttore finisci per non considerarlo più solo come un dispendio. Accampati, un po’ nomadi senti te, i rassegnati famigliari e l’affetto che non guarda clausole e contratti cresciuto è negli anni a dismisura. Riconosci il dentro e il fuori vecchi amici, crepe nei muri, tra gli embrici umili steli di natura. Anche la paura dopo un po’ è svanita dello sfratto e da quella ti accorgi ormai d’esserti lontanato, distratto. O dimora imprevista che trovai in un giorno di sole glorioso, all’ultimo piano del nostro destino come scrissi alla gente altrove in essa ho sentito e sento anch’esso estraneo per dolore ma come egli stesso indigente t’ama fratello trepido l’amore.
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