Come un sortilegio di antiche voci, quanti lontani inverni, Le colature della pioggia sopra l’intonaco Ed il lenzuolo attorcigliato dal vento sul filo di metallo Una conca bianca che raccoglie le ombre dei corvi Che passano nel cielo di cenere come un nero alfabeto. Oscillano le colline, le case, gli ulivi scintillanti Tutte le altre cose mai ferme tra le lacrime, Ed il cuore ha una ferita così rossa da eguagliare La bacca pendula come un ciondolo corallo dal ramo. L’autunno come un amante spoglia gli alberi Per mettere in evidenza i gioielli sulla nudità della terra. Guarda la donna senza vesti con solo un filo d’oro Attorno al collo simile ad un sentiero spalato dalla neve Dove batte il sole, le cosce tonde, i seni paralleli E i minuscoli petali di pesco al sommo con una dolce gemma, Come fossero già gli ultimi giorni di febbraio in questa valle. Ma come si fa, adesso, a sconfiggere la muffa dei muri Ed il veleno mortifero del sonno? Bottiglie e ventagli alla rinfusa – Questo è il ricordo – stavano a giacere sul tavolo dove poggiavo il gomito, Quando un fascio di luce biblico fuggì da un cumulo di nuvole di piombo E divise esattamente come una lama i pochi metri quadri della stanza. Tra terra e cielo sta il nome del borgo nella carta topografica appesa al muro, La sua minuscola geografia di arance di rame dondolanti, e adesso, Sebbene le prime calendule e i primi steli agrodolci tra i denti come nell’età infantile, Che mura scalcinate prossime al crollo, tra radici e nodi di canne E che cancelli arrugginiti. Ci torno da fidanzata e sposa del mio passato, Con quei ricordi di me, bestiola così scalmanata e tenera in amore. 12 gennaio 2012
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Sara Dimatera
- 15/01/2012 12:52:00
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Un dipinto su tela questa poesia,dove le parole si fanno colore. Il passato riaffiora e diviene presente; il presente invece oscilla nel passato. Un sentiero lungo il quale si assapora lo scorrere dei ricordi, delle stagioni, dei sentimenti. Un viaggio nel quale questa bestiola così scalmanata e tenera in amore, è alla ricerca del tempo perduto e di quello che sopraggiungerà. Un dipinto di rara bellezza eterea. Un splendido capolavoro. Sara
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Maria Musik
- 15/01/2012 12:32:00
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Estetica e meoria, sapientemente amalgamate in una lirica che esplode di emozioni. Tutto chiama al ricordo: un quadro, le stagioni, la natura, gli oggetti... Eppure, quella bestiola così scalmanata e tenera in amore è ancora qui e si espone... come il quadro. Come si fa a non amarti, dopo averti letta?
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Nando
- 14/01/2012 23:09:00
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Non so che cosa sia, forse una devozione nata spontaneamente; comunque sia, ogni volta che leggo una tua poesia, e questa in modo particolare, vengo risucchiato in un vortice di emozioni, dove larte letteraria si fa corpo incorruttibile di una vita vissuta, e vissuta intensamente. E proprio dentro questo vissuto, penso ci sia quel legame misterioso cui forse si riferiva anche il precedente commento; "segno" che un filo doro lega tutta unesitenza e temporalmente la trascende.
Grazie, Franca, di condividere con noi òettori queste tue belle perle poetiche.
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Lorenzo Mullon
- 14/01/2012 22:37:00
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Forse la nostra memoria è un grande aranceto, pieno dei profumi del passato, ma inizio a credere che il tempo non passi mai, a volte mi sorprendo a rivivere nel mio passato, e sento addirittura il sole che brucia sulla pelle, il giorno dopo mi accorgo di avere una leggera abbronzatura, possibile ? Noi non sappiamo niente di come funziona realmente il mondo, forse il nostro modo di vederlo è uno stereotipo che si è sviluppato nei millenni. Non so perché scrivo questo dopo aver letto la tua poesia, cara Franca, sarà quella fidanzata e sposa del mio passato che mi suggerisce lidea di un legame indissolubile, non solo nellispirazione poetica, ma proprio in una realtà misteriosa, per ora a noi inaccessibile
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MastroC
- 14/01/2012 20:40:00
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Il paesaggio è senza dubbio quello del ricordo o il lampo del ricordo. Ritorno ad una casa, a un trascorrere di stagioni, tempi, ricordi, amori, che si snodano lungo una vita. Riprendono corpo, si animano, si colorano, si ricostruiscono muri sbrecciati, intonaci e cancelli arrugginiti restituiscono momenti dellamore passionale. Una passeggiata dentro e fuori dal tempo resa con laccuratezza di una tavolozza poetica molto ampia e potente. Il fascio di luce biblico è caravaggesco, dopo i colori scintillanti e pregni dello sfolgorìo del giallo di Van Gogh e la malinconia quasi dolorosa dei corvi rappresenta un cambio di passo da vertigine Stendhaliana. Quella Bestiolina scalmanata, fidanzata, sposa e tenera amante, vera o immaginata che sia, sa scrivere e sa dipingere scrivendo. Per me OTTIMO.
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Loredana Savelli
- 14/01/2012 16:10:00
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La memoria involontaria scatenata da un "lenzuolo attorcigliato dal vento" e questo vento è la memoria. Essa, un po spietatamente, sventaglia i ricordi davanti ai tuoi (e nostri) occhi (occhi interiori prima di tutto), mostrando luno accanto allaltro ambienti e persone (chi è quella donna, sembra la tua controfigura), senza avere troppo pudore neanche per le ferite rosse "da equagliare la bacca pendula", denudando "i gioielli" come lautunno gli alberi. Il "fascio di luce biblico" sembra poi dividere, più che lo spazio angusto della stanza, il ricordo passato dal momento presente, sembra tranciare le età, separandole per non farle più dialogiare, ma per fortuna cè la poesia a ricucire certe ferite purulente.
Da lettrice, tiro un sospiro dopo aver attraversato una vita intera in poche ma dense righe. La sensazione è fisica: si assaporano col gusto odori, colori e sapori che, come sempre da grande artista, sai apparecchiare.
Grazie. Un caro saluto.
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