Ferdinando Battaglia
- 14/11/2023 13:15:00
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Emoziona come quei quadretti minori, dipinti da pittori sconosciuti, piccoli quadri osservati sulle pareti, magari dingressi o di cucine, unemozione per limmagine dal tono mite, dimesso, dal segno umile,che pure toccano il cuore, perché ispirati, perché veri in quella loro autenticità, in quel loro pathos di anima, lo scuotono quando il torpore o la rassegnazione velano la Bellezza di tutto ciò che esiste e proprio perché esiste, fosse anche soltanto per un attimo sfuggito al Nulla. E tutto questo Fiammetta Lucatttini lo dice a noi, come le è consueto, in versi che non temono il giudizio, emergono dal dualismo grade e piccolo: sono, e nella potenza della loro verità, prima interiore ed esistenziale, poi universalizzata. Ecco allora che, con il tratto come di una minuta diaristica, la poeta Fiammetta ci riporta allessenziale dellesistente pacifico e pacificante, contrapponendolo, in un dirsi implicito, allosceno violento del tempo presente il cui segno maggiore e più evidente è la guerra, la conflittualità strisciante in ogni linguaggio, laparthaid valoriale che mette ai margini di ogni agire pubblico e privato il Bene e il ello. Ecco allora limportanza di una parola che segni e insegni, anche recuperando una memoria di un passato senzaltro migliore rispetto a questoggi epocale.
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