Dedalus
- 03/06/2021 23:03:00
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Come le note di unarpa celtica al ritmo dei cimbali risuonano i versi di questa scrittura, scandendo una successione verbale in un andare a volte lento ma sempre ritmico e sempre estremamente curato "Somigliano ai gelsi al nodoso ramo/queste mie dita che mal sopportano/anche il peso d’una carezza". Il passo lirico è sempre presente con accenti tra il visionario e loracolare "Il suolo mi sa a memoria", in questo suo andare quasi senza meta spaziando con la mente "Forse un dì anch’io avrò un gomitolo per la mano/.../o forse un animale di più grande stazza mi terrà al guinzaglio/mentre il cielo mi distrae con la beatitudine dei pini". Un testo che ci porta ad altre realtà, fuori della comune portata, con una chiave di lettura che si avvicina molto a quella del pessimismo di fronte all’evidenza della realtà. Lirica molto bella.
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