:: Pagina iniziale | Autenticati | Registrati | Tutti gli autori | Biografie | Ricerca | Altri siti ::  :: Chi siamo | Contatti ::
:: Poesia | Aforismi | Prosa/Narrativa | Pensieri | Articoli | Saggi | Eventi | Autori proposti | 4 mani  ::
:: Poesia della settimana | Recensioni | Interviste | Libri liberi [eBook] | I libri vagabondi [book crossing] ::  :: Commenti dei lettori ::
 
« torna indietro | leggi il testo | scrivi un commento al testo »

Commenti al testo di Maria Musik
L’amara medicina

Sei nella sezione Commenti
 

 Fiammetta Lucattini - 05/05/2014 09:05:00 [ leggi altri commenti di Fiammetta Lucattini » ]

Cara Musik, ho preferito, prima di commentarti, leggere i commenti e ne ho tratto l’amara lezione che i folli sono i più saggi, perché non adeguandosi alla miope mediocrità comune "fanno un gran fracasso".
Come tu sai, però, mi auguro sempre che il fracasso diventi una divina melodia.
Bellissima la tua poesia che condivido con dolore e orgoglio.
Baci.

 Nando - 04/05/2014 09:18:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

È difficile non tornare a leggerti e a rileggere i commenti, difficile anche dire una parola, dove il dolore si esprime così tanto intensamente, non dentro una poesia che già "risponde", ma sulla carne viva di persone e ancora di giovani persone.
Un conto è fuori, altro è dentro quando il bersaglio è la mente.
Ma in tutto, mai ci abbandona la visione della speranza, nel qui e ora, figlia di una fede religiosa oppure solamente naturale, ché Dio fa piovere su tutti, senza discriminazioni di "tesserati".

Un saluto a tutti

 Lorenzo - 03/05/2014 18:36:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo » ]

Adielle, non vantarti troppo, siamo stati in tanti in manicomio, Dio stesso lo volevano far passare per matto, con la sua follia d’amore per ogni creatura, poi ha fatto una piroetta algebrica e si è trasformato nel fiore della vita per starci vicino senza farsi vedere, non dobbiamo temere nulla, i poeti non muoiono nemmeno, si nascondono tra le nuvole, e fanno pure un gran fracasso .. quando esagerano qui sopra, tiro il mestolo contro il cielo, mannaggia

 Adielle - 03/05/2014 15:56:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Grazie Maria adesso che così generosamente sei stata disposta a raccontarti ho potuto capire di più e credo che tu abbia ragione.
Nel personalissimo cammino di recupero (che non si estingue mai, quasi una continua rincorsa) mia madre è determinante giorno dopo giorno e a volte ha dovuto compiere per me scelte coraggiose dettate da un amore che non sempre ho potuto immediatamente percepire, quando si dice è per il tuo bene!
Anch’io ho vissuto un momento di clausura in cui una forte paranoia non mi permetteva di sostenere gli sguardi della gente, anche degli amici, subito dopo esser stato rilasciato dall’ospedale psichiatrico.
Allora mi imponevo di uscire ed andare al cinema da solo, può sembrare una sciocchezza ma non so dirti quanto fosse dolorosa per me quella prova! Poi, lentamente ho mosso i primi passi nella terapia e le cose sono diventate via via sempre più sostenibili, sono tutt’ora in cura
e ne avrò per tutta la vita.
La normalità confonde e spaventa, ha una trama bugiarda che racconta di una quiete apparente.
Che siate speciali oltremisura!
Un abbraccio (da dividere in due).

 Cristina Bizzarri - 03/05/2014 12:59:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Una poesia omeopatica. Così la leggo: come antidoto contro l’amarezza che la vita a volte ci offre, l’unico rimedio è prepararsi, muniti del nostro bagaglio di dolore vissuto che, solo, può comprendere e, se siamo fortunati, togliere il dolore lasciandoci spazi di gioia. Nel tuo stile essenziale e scabro, ma così denso da irradiare immagini di una vita.

 Lorenzo Mullon - 03/05/2014 11:36:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]


Maria, leggo solo ora, ero troppo preso a sghignazzare con Dio delle nostre idee su di Lui ... scusa ... ma tu sei poetessa, e infatti la poesia sulla drammatica situazione che descrivi - e si comprende solo dal tuo commento - si adatta benissimo ad altre interpretazioni emozioni esperienze, tutto in linea con lo stile Recherchiano

Dio stesso in persona mi stava dicendo che l’amara medicina è proprio la logica, la filosofia e la teologia di cui veniamo imbottiti fin da piccoli, più il contorno di illusioni e consigli per gli acquisti che ci propinano i nostri furbini furbini furbini
Ma Anima non si fa fregare nonnonnò

Per la tua situazione, non sapevo e mi dispiace tanto, conosco molto della vita degli autistici e degli affetti da disturbi psichiatrici, perché è il mondo di Erica

(chi è Erica? la mia compagna, in piena fioritura sulla montagna)

 cristiana fischer - 03/05/2014 11:27:00 [ leggi altri commenti di cristiana fischer » ]

come è davvero crudele il meccanismo della favola, con gli animali e i personaggi deformi che alterano la realtà ingigantendo le paure! ma, come fai capire bene con le tue risposte, la favola ce la si racconta a noi stessi, per distanziare le paure: agli altri le spieghi (anche se non si dovrebbe!)

 Guglielmo Peralta - 03/05/2014 10:49:00 [ leggi altri commenti di Guglielmo Peralta » ]

Se la vita fa paura, non può essere la morte la via d’uscita, ma la vita stessa!

 Maria Musik - 03/05/2014 07:26:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Caro Adielle, non è durezza quella che percepisci ma la doverosa e amorevole verità che, non uno psichiatra od un operatore ma un genitore deve dire a suo figlio quando lo vede rifugiarsi nella casa come fosse un bunker. Non c’è niente di facile là fuori, oltre la porta che il figlio non vuole più aprire perchè si sente perennemente giudicato per la sua fragilità, per l’emotività che i distubi della personalità rendono più difficile da controllare, perchè deve far finta d’essere un altro più "normale" (la odio questa parola!): ma è proprio là fuori che c’è tutto ciò che lo spaventa però, nello stesso tempo, brama e la cui mancanza è causa di nuovi sintomi ed enorme infelicità. Un figlio non lo prendi in carico, lo ami e lo conosci: per questo non menti con lui, non gli racconti favole. C’è un momento, un tempo in cui serve una bella spinta (lo hai già fatto quando hai partorito) e se, per aiutarlo a respirare, devi dargli uno schiaffo, lo fai anche se avresti tanto voluto che ad aiutarlo bastasse una carezza. Se la cura è fronteggiare la vita (che a tutti fa fatica e paura), bene: bisogna curarsi e vivere. Non è sempre così: ci sono giorni in cui sai (o, meglio, percepisci) che è il momento di lasciare che si riposi, in cui trovi pronta una pallina dolce, di autentico puro amore ma c’è il tempo maturo per dirgli "non tornare indietro, non bruciare i progressi, gli sforzi fatti sino ad ora: è tempo di rischiare, di uscire e respirare". Non c’è alcuna certezza o teoria in questo: è solo il racconto di una giornata di una madre e di una figlia.

 Adielle - 03/05/2014 02:33:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Chiedo scusa Maria, lo faccio da schizoaffettivo conclamato con precedente di autolesionismo classico e conseguente ricovero psichiatrico, è davvero necessaria tutta questa durezza?
Sicuramente impattante dal punto di vista comunicativo.
Nella "spiegazione" ancora un po’ ne permane ma è la prima poesia che prendo in considerazione.
La mia domanda non vuol essere provocatoria, anzi vorrebbe essere uno spunto per permettermi di conoscere ulteriormente il tuo punto di vista sul trattamento di certe dinamiche relative alla malattia psichiatrica di cui, mi pare di aver capito, tu abbia un certo tipo di esperienza.
Questa tua poesia mi sembra tanto una "presa in carico"del paziente come si dice, essendo io paziente ne sono rimasto molto colpito.
Grazie, un caro saluto.

 Franca Alaimo - 02/05/2014 23:55:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Il coraggio di vivere la vita è la sola medicina esistenziale. Guardare tutto ad occhi aperti. C’è chi li chiude, infatti, e pensa così di evitare il male ed il dolore.
Da questa attitudine viene la salvezza e la dolcezza, comunque, di esserci ed amare.

 Loredana Savelli - 02/05/2014 23:03:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Pinocchio, la fata, il gatto e la volpe sempre in agguato con le loro illusioni da vendere. Geppetto silenzioso.
E’ la poesia l’amara medicina? A volte sì, ma bisogna berla per poi tuffarsi nel mondo di fuori, guariti.

Una poesia che "spacca".

 Maria Musik - 02/05/2014 21:29:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

E’ logico Lorenzo! Visto il tenore del tuo commento, faccio una cosa che, secondo tanti Poeti, non andrebbe mai fatta. Ma io non mi ritengo un Poeta: sono solo una persona che ama la parola e con essa comunicare, anche in forma poetica. Quindi, ti spiego ciò che ho scritto:

Non verrà la morte
se non ti deciderai a vivere fuori nel mondo.

Torneranno orribili visioni,
la tendenza schizofrenica,
l’autolesionismo
che sfocierà nel panico.

Vivi e guarirai presto (il lasso di tempo indicato è il modo della Fata/mamma di motivare ed incoraggiare)
senza chiedere sconti:
chi crede d’essere sano non ne fa.

Sai quanti sono i bambini ed i giovani affetti da disturbi o patologie psichiatriche? Sai quanti sono, di contro, le comunità di cura, i centri di sostegno genitoriale, le scuole che li integrano con i loro DAP, BES e quant’altro?
Fatti una ricerca su internet, leggi anche solo i numeri, se vuoi esperienze scrivimi e poi... BRRRRRRRRRRRRRR!

 Lorenzo Mullon - 02/05/2014 20:49:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]


la logica è la logica è la logica
brrr!