:: Pagina iniziale | Autenticati | Registrati | Tutti gli autori | Biografie | Ricerca | Altri siti ::  :: Chi siamo | Contatti ::
:: Poesia | Aforismi | Prosa/Narrativa | Pensieri | Articoli | Saggi | Eventi | Autori proposti | 4 mani  ::
:: Poesia della settimana | Recensioni | Interviste | Libri liberi [eBook] | I libri vagabondi [book crossing] ::  :: Commenti dei lettori ::
 
« torna indietro | leggi il testo | scrivi un commento al testo »

Commenti al testo di Redazione LaRecherche.it
Avanzo raramente verso il limite (inedito)

Sei nella sezione Commenti
 

 Ariel - 26/04/2010 09:37:00 [ leggi altri commenti di Ariel » ]

Mi è subito piaciuto il titolo. Ma poi son rimasta delusa, aspettandomi altro, mi rendo conto. Mi spiace.

 Antonio De Marchi-Gherini - 09/02/2010 20:35:00 [ leggi altri commenti di Antonio De Marchi-Gherini » ]

Il viaggio come commento e metafora della vita. Partiamo sempre da qualche remota stazione convinti di andare chissà dove. Così giunti alla fine ci rendiamo conto di esserci persi il viaggio.
Poesia semplice e complessa ad un tempo, ricca di simboli e devianze interpretative:concordo su qualche assonanza caproniana, ma qui il linguaggio é ben diverso.

 Daniele Santoro - 22/01/2010 16:06:00 [ leggi altri commenti di Daniele Santoro » ]

Coerente con il contenuto (il limite e le umane sfide che da sempre l’ "oltre" offre) è il livello espressivo. Efficace, il distico iniziale: il primo endecasillabo ipermetro, in virtù del parossitono "limite", crea come l’effetto di un rallentamento del tuo avanzare "raramente", del tuo procedere cauto, seppure attratto "dalla luce rossa del semafori". Di qui il tuo approdo, il tuo arrivo stentato alla meta. Straniante, nel congedo, il lemma specialistico "embolia", vale a dire l’ostruzione della visione di poc’anzi, al riaprire "dell’ultima porta del vagone". Bello dunque questo tuo riemergere al mondo dalla "sospensione". Un bel testo, caro Domenico, un grazioso bozzetto del quotidiano di cui, vedo e non mi sorprendo, sei da sempre un osservatore assai attento.
Complimenti. Daniele

 Domenico Cipriano - 18/01/2010 10:04:00 [ leggi altri commenti di Domenico Cipriano » ]

Cari amici, grazie per la vostra lettura, e rilettura del testo, è stata una bella esperienza questa presenza su "larecherche" avendo ritrovato amici e avendo trovato competenza nei commenti, nuovi spunti di riflessione, grazie.
domenico

 Giovanni Catalano - 18/01/2010 08:31:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Catalano » ]

Interessante come il rosso dei semafori, un colore caldo, spesso attragga invece di distogliere, come succede per i tori.

Un caro saluto,
Giovanni

www.giovannicatalano.it

 Mario Fresa - 17/01/2010 19:04:00 [ leggi altri commenti di Mario Fresa » ]

Un testo fluido e rigoroso insieme, che sembra trattenere all’infinito, in una tensione interminabile, la densa meraviglia di un istante.
Complimenti a Domenico!

 otto - 17/01/2010 18:40:00 [ leggi altri commenti di otto » ]

attenzione al plagio.
Complimenti, è molto bella.
Ottaviano

 vincenzo d’alessio - 17/01/2010 16:17:00 [ leggi altri commenti di vincenzo d’alessio » ]

Cipriano segue la linea che si è data agli esordi-una scrittura che cerca strade nuove alla parola e alla sua essenza-un poeta che può accostarsi è Giorgio Caproni-

 Giovanni Chiellino - 17/01/2010 12:26:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Chiellino » ]

La poesia esprimein modo significativo, il nostro andare sempre verso un limite dove l’io apre finestre, scopre ulteriori limiti e apre nuove breccie per proiettarsi, da stazione a stazione, verso l’infinito. Lo sguardo del poeta oscilla tra lo stupore di una visione oltre e la concretezza del hic et nunc. Dal linguaggio moderno e attuale discende, e vi si adegua, la musicalità scheggiata del verso. Una composizione che coinvolge il pernsiero e il sogno.Attraverso il semplice materiale del quotidiano la parola ascende spazi spirituali. Comlpimenti.

 kathy Toma - 17/01/2010 11:37:00 [ leggi altri commenti di kathy Toma » ]

Mi piace la semplicità e lo spesssore del tuo scritto.

 domenico cambria - 16/01/2010 17:46:00 [ leggi altri commenti di domenico cambria » ]

Ho sempre ritenuto la tua poesia profonda, riflessiva, frutto di un interiore non comune. Complimenti. Domenico

 Maria Pina Ciancio - 13/01/2010 15:15:00 [ leggi altri commenti di Maria Pina Ciancio » ]

Per un poeta, il sentimento della ’sospensione’ è forse tra i più frequesti, è il momento in cui tutto si ferma e le cose si fissano nello stupore e nell’immobilità di istanti che aprono ad un altrove che spesso si fa nostalgia, comprensione oppure conoscenza.
Grazie del dono... Mapi

 Annibale Rainone - 13/01/2010 14:09:00 [ leggi altri commenti di Annibale Rainone » ]

...sembra quasi un idem sentire, Domenico...
Se mi riferisco ad una condivisa sensazione?
Sicuramente, sì. Se anche a distanza. Non importando il dove.

 gabriella gianfelici - 13/01/2010 11:02:00 [ leggi altri commenti di gabriella gianfelici » ]

Il primo verso è già poesia..mi complimento
Gabriella Gianfelici

 Domenico Cipriano - 13/01/2010 10:32:00 [ leggi altri commenti di Domenico Cipriano » ]

...grazie anche a Franca e Roberto, per i commenti, per aver colto il senso del mio percorso, del nostro percorso nella vita e con la poesia... mi piace scambiare con voi altre impressioni.

 domenico cipriano - 13/01/2010 09:28:00 [ leggi altri commenti di domenico cipriano » ]

Mi piace la competenza di chi commenta questi versi, ne sono felice. Grazie ancora. Sì, Lino, ci sono imperfezioni, ma io lavoro molto sull’imperfezione musicale /sullo scarto/ per cercare suoni nuovi, come del resto uso molto la realtà (è stata scritta in una stazione ferroviaria), cercando di trovare un uso originale attraverso parole e immagini usate e riusate. Violante ha colto il senso della mia ricerca e Fattori ha letto perfettamente quanto volevo trasporre con questa poesia. grazie a tutti per questo ulteriore stimolo e queste riflessioni acute.

 Salvatore Violante - 12/01/2010 21:50:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Violante » ]

"Avanzo raramente oltre il limite", Che limite? quello dell’intelletto di ragione? Oltre quel limite che c’è? Gli infiniti spazi ed i sovrumani silenzi? La faccia oscura della luna? Il sogno ad occhi aperti? Quell’avanzo raramente oltre il limite mi ricorda la muraglia con sopra cocci aguzzi di bottiglia. Il pesante vagone della chiusa invece, la ricaduta nel mondo reale. Sono contento di leggere queste cose. Mi sembra che tu stia accelerando verso una poesia più vera più umana meno interscambiabile. Complimenti!


 Roberto Perrino - 12/01/2010 21:01:00 [ leggi altri commenti di Roberto Perrino » ]

Dopo aver letto il dotto commento di Lino, ho voluto rileggere il componimento. Con tutte queste imperfezioni, confesso, mi è piaciuto anche di più.

 franca.alaimo@tin.it - 12/01/2010 17:28:00 [ leggi altri commenti di franca.alaimo@tin.it » ]

La stazione, i treni, i binari, arrivi e partenze: certo tutti metafore note del viaggio che è la nostra vita. Non è importante, però, che gli oggetti metaforizzati siano stati già tante volte usati, ma piuttosto se il poeta abbia saputo condurli verso nuovi significati.
La riflessione, in questo caso, cade sul rapporto fra lo spazio limitato della realtà concreta e quello assai più vasto dell’Ignoto, in cui spesso la mente si trova ad espatriare.
Si tratta di momenti di estraneità al mondo a cui, comunque, la vigilanza dei sensi ci riconduce. Il poeta ha saputo in modo semplice,ma efficace, raccontarci questo slittamento mentale ed il suo ritorno. Ce l’aveva mirabilmente detto Leopardi, ma non ha nessuna importanza: la poesia viaggia sempre con nuovi strumenti ed immagini e stili nel tempo del suo diverso esserci. Perciò non ha senso fare dei confronti fra vecchio e nuovo.

 lino - 12/01/2010 16:27:00 [ leggi altri commenti di lino » ]

Dal punto di vista della significanza non mi è dispiaciuta, pur se le evocazioni associate alla metafora del treno sono ordinarie se non addirittura banali. Gli ultimi versi, comunque, recuperano in originalità. La musicalità, invece, non mi ha convinto. Sarà stato, forse, il passaggio dal primo distico - due buoni endecasillabi, il secondo in enjambement e in possibile episinalefe col successivo - al terzo verso (con l’accento tonico in terza posizione e due improbabili sdrucciole in posizioni adiacenti) a determinare lo scarto di ritmo. Il passaggio dal terzo verso (potenzialmente endecasillabico, sdrucciolo e impari) al quarto, ambiguo esso stesso perché seguito da un quinto che sicuramente è un decasillabo, mette in difficoltà il lettore di poesia classica (ha ragione Alessio Romano, però: forse il problema è il nostro che ci siamo formati con altra poetica).

 Narda Fattori - 12/01/2010 14:05:00 [ leggi altri commenti di Narda Fattori » ]

Credo sia una poesia sul senso del limite e su un ’oltranza che non si presenta, anzi , occlude come un’embolia il fermento dei pensieri.
Il limite dell’uomo sono le sue paure, le difficoltà ma anche una montagna quasi invalicabile di pesanti scorie di conoscenze che intralciano lo spostamento del limite. Naturalnente ciascuno di noi ha il suo limite.
Ottimo incipit, buona cadenza e chiusura con effetto a sorpresa.

 domenico cipriano - 12/01/2010 12:49:00 [ leggi altri commenti di domenico cipriano » ]

Ringrazio quanti hanno letto e quanti hanno commentato il testo. Non credo sia il caso, nella poesia, di proporre paragoni di valutazione con altra poesie e con altri poeti, soprattutto di periodi diversi. Interessante invece sapere che si è sentito qualcosa, che i vesti abbiano trascinato il lettore in sensazioni simili o anche diverse da quelle di chi le ha scritte. un grazie a tutti. Domenico Cipriano

 Ida Borrasi - 11/01/2010 19:01:00 [ leggi altri commenti di Ida Borrasi » ]

Noto, nella tua Poesia, caro Domenico, un cambio di registro che comporta una maturazione e una nuova, ritrovata, consapevolezza: una poesia più intima, più libera di esprimersi senza complessi senza trattenimenti. Complimenti, quindi, per il tuo lavoro poetico sempre alto e complimenti anche a La Recherche, che con la sua preziosa presenza contribuisce a creare e a diffondere cultura.

Ida

 Roberto Perrino - 11/01/2010 18:06:00 [ leggi altri commenti di Roberto Perrino » ]

Molto bello l’incipit. Mi piace decisamente. Apprezzo, poi, la cadenza di versi, le immagini evocate, il senso di smarrimento di inerzia di sospensione, portato al termine nel finale. Per me da recitare a voce alta.

 Loredana Savelli - 11/01/2010 12:37:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Un viaggiare oltre i limiti dell’esplorabile, quasi sfidando il pericolo... per poi tornare a terra, a contatto con il reale. Un andirivieni tra immaginazione e concretezza, intuito informe e materialialità ben dettagliata. Questo mi sembra di cogliere. Trovo la poesia molto efficace.

 Alessio Romano - 11/01/2010 02:07:00 [ leggi altri commenti di Alessio Romano » ]

Bella ed essenziale, non di spessore particolarmente rilevante (leggo Pascoli e ammutolisco), comunque, appunto essenziale.
Ritengo che gli ultimi due versi imprimono forza alla poesia e racchiudono il pensiero.
Costui è forse un viaggiatore attento e distratto al contempo,
il senso reale della poesia mi sfugge mentre comprendo che l’autore ha voluto, come sempre, imprimere la propria emozione con l’inchiostro.
Una bella proposta che apprezzo,
ma... forse sono troppo vecchio per certe cose.
Ovviamente scherzo.