Lontano, nei cerchioni metallizzati dell'ansia,
dietro a camions sbilenchi, targati, nella pioggia, BH 464 DE,
correndo come stitici sulle tavolette del cesso dell'indifferenza umana
viavaiamo, arrabattati, nell'iconoclastia dei nostri sentimenti,
nell'orrore di mani sciancate, caricate su containers
violati da ladri, e truffatori,
dove il sole non tramonta sulle bancarelle di kebab,
dove i nostri miti atterrano, senza decollare.
Penserò a te in maniera furibonda,
sommelier di lacrime, amniotico nutrimento,
nelle notti insincere intrise di salinità,
nei momenti d'amnesia, sull'orlo del burrone,
coi calzoni rammendati, a cavallo della chimera.
Penserò, a te, tenda stesa a tentoni
dentro i marasmi
incrociati a chiasmi
dei miei entusiasmi.
[Galata morente, 2010]
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