Mi dici: “mettici meno arte,
e più emozioni forti, incontaminate;
non si attaccano manifesti funebri
sulle serrande appena verniciate
della tua poesia”.
Poesia,
un po’ santa, un po’ puttana,
ti desidero inginocchiata sulla pancia
mentre ti muovi in reggiseno, e calze a rete
a ritmo di sardana.
Ti desidero
come montagna desideri svagarsi sotto l’ombrellone;
ti desidero come trovar parcheggio,
senza impazzire, nel centro di Lione.
Poesia
-così ti chiami?-
voglio sfilare con gesto insano
il tuo pugnale che m’ha spaccato il cuore, e,
pulitolo dal sangue dei miei folli amori,
stringerlo in mano;
decidi tu, anima indecisa, denutrita,
dove nasconderlo:
se nelle pieghe della tua schiena rachitica,
o nelle mutandine a fiori rosa da sadica Lolita.
Poesia,
buffo sorriso, neo sulla pancia,
devo averti, e scavando gallerie
nella tua anima
sarai mia
[Riserva indiana, 2007]
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