Rinascere, qui,
in questo mondo troppo vasto
con le sue gallerie nude,
sepolte in un obbligo di polvere e cemento.
Rinascere
perchè amore è zoccoli
tra sequoie di tenebra
e radici a brandelli di storie strappate,
un attraversamento in apnea
che cancella sogni con un colpo
di spugna.
Rinascere
dal ruggito di una nuova alba,
perchè si ripeta il miracolo
del pescatore d'oro
che riporti dal mare
il mio cuore intatto.
E lì rinascere,
per la luce che fiorisce i cieli,
per l'alloro voltato verso il dio
nell'ultima, bruciante resa dell'amore,
mentre s'assottiglia la palude
nel brillio di una luna nuova.
Rinascere
e lasciar andare
la camicia di dolore che fece
macchie d'unto sull'ebrezza della pelle,
chiara di gioventù.
E ancora,
eterna come gli angeli delle cattedrali,
quando la rabbia collassa
su steli di splendente fragilità
e tu dici il mio nome
di Città nascosta
spegnendo coi baci
il sapore di ruggine
che mi lasciasti addosso,
coi chiodi del tuo carnefice.
Rinascere perchè così
le creature mostruose del mondo
tornano alla terra
e dall'arca di una felicità
pura come un bambino,
le colombe portano ancora rami verdi
di illusioni lucenti come confetti nuziali.
Rinascere,
perchè è così
che si prende in giro la nostalgia
e le lingue della gente pia
serrate in circonvallazioni di veleni.
Rinascere,
come avvicinarsi
da dove
non siamo stati lontani,
mai.
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