Ti scoperesti il mondo intero,
pur di tener ben sepolto,
nel fango, tuo eletto tutore,
il dolore
che strazia coi tuoi crimini la notte.
E tuttavia i piaceri furtivi
che spiasti con la coda dell'occhio
ingordo,
-coda caprina della tua miseria-,
sputtanavano il nero abisso,
il verme torturato dalla sete.
Invidio le pietà di marmo,
le pietà dal volto cheto
e le mammelle innocenti,
perchè m'unsi di veleno
quando tentai di amarti,
non sapevo
di allattare uno scorpione
nella fossa.
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