Pubblicato il 19/04/2023 09:32:33
L’errore non era un errore, ma uno sbavo d’anima, su cui la tua penna nera nera come i tuoi occhi neri di rabbia nera, incise il marchio dell’errore. Come un imprimatur. Non c’era niente di sbagliato. Nella mia allegria, nei mei giri di corsa attorno ai banchi non c’era assolutamente niente di sbagliato, tranne che nella tua gonna nera come un carcere le labbra serrate, inossidabili al piacere… Portavano alla gogna le mie splendide idee; lo Sapevo già e dissanguavo, cercando di piacere a un mondo maledetto di cui tu -così mi sembrava- avevi la chiave stretta tra i denti digrignati. Ma l’oro è tornato; crea ricami sul mio cuore rotto che arde, ora, come una cattedrale verde. Le mie sorelle e i miei fratelli stanno nel vento e insieme intoniamo canti, suonando il tamburo.
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