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La storia di Elio

di Annalisa Scialpi
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Pubblicato il 09/03/2023 12:32:15

La storia di Elio: trasformare la frustrazione e ritrovare l’amore perduto.

     C’era una volta un atleta di nome Elio, che aveva corso in gare importanti e vinto numerose gare. Il suo corpo era forte, muscoloso, elastico e il suo temperamento impulsivo, franco. Per questo suo modo di essere e per l’invidia della sua bellezza era spesso osteggiato, oltre che invidiato. Allora, per mostrare che dei cicalecci di paese non gli importava nulla, Elio prese a correre in paese a torso nudo e con pantaloncini cortissimi, anche in inverno. Inoltre dipinse la sua macchina con colori sgargianti e la decorò con perline colorate. Come sempre accade in simili circostanze, prima ci furono i pettegolezzi, poi fu ignorato. Nonostante tutto Elio vinceva ogni gara ed era la sua bravura a scatenare l’odio dei rivali, più che la sua eccentricità. Così, in una gara dei 5000 metri, un gruppo di atleti riempì la sua borraccia con dosi massicce di tranquillanti.Elio non solo perse la gara, ma inciampò, fratturandosi la caviglia. 

      La frattura lo costrinse a stare in casa. Ma, poiché egli era un atleta e soprattutto, un corridore, decise almeno di inseguire le sue emozioni. Fu la prima volta che sperimentò intensamente la frustrazione. La sentì come un fuoco nel cuore. Entrò più profondamente in essa. Il fuoco scoppiettava con pezzi di legna morbida. Elio immaginò di infilarsi le scarpe per la corsa e andò verso quel fuoco. C’era erba fresca e un ruscello vi scorreva accanto. Più in fondo vide un bosco con due cipressi al suo ingresso e desiderò di entrarvi. Ma, prima che potesse giungere lì, una donna gli si avvicinò. Era grassa e dal muso grinzoso.

“Chi sei” gli chiese Elio.

“Sono lo spirito della rassegnazione. Cosa speri di trovare là, in fondo al bosco? Forse la bella dai seni d’oro?”

Elio divenne freddo come un morto a quella vista. La donna aveva una gonna rossa che gocciolava come sangue.

“Va’ indietro, per te sarebbe molto più semplice. Hai la corsa, per vivere la tua energia. Non ti basta?”.

Elio avvertì una grande pesantezza, dopo aver guardato la donna negli occhi. Essi erano grandi, eppure spenti, come occhi di un morto. Quella donna lo rese infinitamente triste. E provò nel suo cuore una grandissima compassione per essa

“Cosa posso fare per te?” le domandò.

Per un attimo gli occhi della donna brillarono di stupore. Elio sentì che aveva toccato il suo dolore e una lacrima scese sul suo viso. Dal bosco sopraggiunse una creatura alata, dorata, simile a una libellula. Si posò sul suo torace e bevve la lacrima.

“Ho sempre desiderato di ballare e di essere guardata” disse.

“Se qualcuno mi guardasse sarei felice, perché potrei ritornare al mio sogno di bambina: danzare ed essere ammirata”.

“Danza allora cara, danza. Io ti guarderò”

La donna, piena di entusiasmo, danzò, dapprima goffamente, poi sempre più scatenata. Mente danzava, perse le sue vesti, che si trasformarono in un velo bianco. Ora il suo corpo era snello e al posto della vecchia donna, spuntò una fanciulla bellissima, di una bellezza inafferrabile. Il suo volto, magicamente, assumeva una diversa bellezza ogni volta che incontrava lo sguardo ammirato del giovane. Poi, finita la danza, la donna si trasformò in libellula e si posò accanto al suo orecchio.

     Grazie Elio di aver operato la magia. Il tuo amore mi ha trasformato e rotto l’incantesimo di uno stregone malvagio. Ora voglio farti un regalo, che è il mio segreto:

“Nulla è reale. Per questo ogni cosa può essere trasformata”

E dopo aver svolazzato un po' attorno al tuo sguardo, aggiunse:

“La tua compassione ti ha portato, naturalmente, a conoscere questo segreto. Infatti è la compassione che apre ogni porta. Ma ora conosci ciò che è alla base della magia: nulla è reale e tutto può essere trasformato. Il segreto è amare ogni immagine”.

Ma Elio era triste, perché la sua amata stava volando via sotto forma di libellula. E così, infatti, accadde e lei scomparve nel bosco.

Rimase lì, sconsolato. E pianse, mentre le sue lacrime si trasformarono in pioggia. E piovve sugli alberi, sull’erba, sui fiori, sul ruscello…

“Non hai ancora compreso” udì ad un tratto.

Quando sollevò lo sguardo, vide un tizio vestito da monaco, con una barba bianca.

“Chi sei” chiese l’inconsolabile giovane.

“Hai avuto un dono speciale, oggi”.

Elio smise di piangere e immediatamente, la pioggia cessò.

“Sì, rispose. Nulla è reale e tutto può essere trasformato. E tuttavia oggi ho ritrovato e perso il mio amore. Per cui questo dono non ha grande importanza”.

L’uomo, che sembrava un monaco, rise. Elio si irritò.

“Cosa c’è di divertente” chiese.

“Hai visto la bellezza e l’amore e hai voluto afferrare l’uno e l’altra. Se avessi riconosciuto l’uno e l’altro come parte di te, la bellezza e l’amore, spontaneamente, sarebbero venuti a te”.

Elio rimase deluso e provò amarezza. Sentì che le parole del mago erano vere e che non sapeva ancora amare.

“Quando emergerai da questo viaggio, avrai un compito: sviluppare in te tutte le qualità che hai veduto e apprezzato nella visione della tua amata. Quando lo avrai fatto, lei tornerà a te.

Elio fu felicissimo: quel viaggio dentro sé non solo aveva acceso il desiderio dell’amore, ma gli aveva anche indicato la strada per realizzarlo. Ora la sua vita aveva uno scopo più alto del semplice gareggiare e vincere. Così ringraziò il mago, al quale offrì la sua tristezza. Benedisse la radura, il ruscello, i fiori e il cielo e ritornò nella sua stanza.

La frattura guarì in poco tempo e fatto inspiegabile per molti, tornò presto a correre. Ma, questa volta, il suo fine non era più la vittoria in sé. Egli desiderò esprimere, attraverso la corsa, la bellezza del suo corpo che amò e nutrì e curò sempre più con amore. E trasformò la corsa in una danza sempre più perfetta. A volte, per questo, perdeva, ma la gente lo amava perché aveva qualcosa di unico da offrire. Tante ragazze del paese venivano ad assistere alle sue gare e ben presto, fu il giovane più ambito. Ma Elio aveva fatto una promessa a se stesso: solo quando avrebbe espresso il massimo della bellezza e dell’armonia, avrebbe scelto la sua donna.

     Così, in una delle corse, mentre attorno a sé la luce sfavillava come ali di colomba, capì che quello era il segno che la perfezione della bellezza era stata raggiunta. E dal suo cuore uscì un grido potentissimo, che era di liberazione. E fu in quell’estasi che vide libellule attorno a sé. Nel cuore sentì così tanta gioia che temette di morire. Le libellule si spostarono sul suo lato sinistro. E quando lui si voltò, vide lei. Era l’unica in piedi che applaudiva, mentre tutti gli altri erano delusi del fatto che avesse arrestato la corsa. Lei era l’unica ad aver compreso la sua devozione e la sua ricerca e l’unica che meritasse il suo amore. E ora era lì. Ed Elio sentì che lei non era fuggita, ma aveva aspettato che lui diventasse leggero come una libellula affinchè, insieme, riuscissero a volare.


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