Un gnornu pareva cent'anni
'ntà ddì cuntrati strani
erumu comu marvizzi riuni
all'arba di nu 'nvernu duru.
M'abbruciava l'arma a viriri.
tuttu ddu sangu
e tutti ddi morti 'nterra.
Chiuveva …
e l'acqua – m'annu sempri rittu -
ca lava tutti i cosi,
ma ddi morti parravanu
ri spini e di chiai 'nta la carni
comu 'n'aceddu 'nchiummatu
e 'nte drichi carutu.
Chiuveva tannu...
e chiovi ancora
e u me pinseri torna
sempri a ddi morti 'nterra.
Traduzione:
Acqua di cielo (Pioggia)
Un giorno sembrava cento anni
in quei paesi strani (stranieri)
eravamo come tordi affamati
all'inizio d'un inverno duro.
L'anima bruciava dentro al veder
tutto quel sangue
e tutti quei morti stesi a terra.
Pioveva...
e l'acqua – m'hanno sempre detto -
che lava tutte le cose,
ma quei morti parlavano
di spine e di piaghe nella carne
come un uccello impiombato
e tra le ortiche caduto.
Pioveva allora
e piove ancora
ed il mio pensiero torna
sempre a quei morti a terra.
Da "Voci e volti del passato"
Pbbl.scrivere-24.09.2018
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