Bruciano i corpi in questo olocausto d’imperfezione
sono le nostre membra di un ieri che non vive più
senza un saluto ridotti a cenere eterna
siamo silenzi riposti in urne cinerarie .
Eppure si sente ancora la nostra presenza
tra le pareti di casa
un libro un paio di occhiali
siamo fantasmi spariti nel nulla
rapiti dal male
soffocati nella sofferenza
senza un fiore
un conforto.
Siamo andati via
quando la primavera invita alla vita
eravamo fiori stanchi
vecchi di uno stesso vivaio.
La solitudine di numeri neanche primi
comuni racchiusi in un elenco giornaliero
senza nome età sesso
dimenticati in una somma
in un totale sempre d’aggiornare .
Un giorno tutto finirà
nel spento oblio della ricordanza.
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