Pubblicato il 20/05/2018 20:30:06
Sopraelevate
Abbiamo costruito contorsioni di strade ponti sostenuti dal filo interdentale, abbiamo scavato la terra, imposto la rete, infestato di traversine il cuore siberiano. Abbiamo forato la roccia, addomesticato il mare con docenti incomprensibili, abbiamo invaso i tracciati neurali con feroci sistemi operativi aumentando la realtà fino a farla svanire.
Eppure di notte procede a tentoni il viandante che cerca nel cielo una crepa e trova nel cuore lentiggini d'oro e un viale che sale al primo albeggiare. Eppure di notte ancora saltella la coppia che va zigzagando ad amarsi e sfrega le anche su ogni panchina perché quello che sogna è un incendio doloso.
Non basteranno l'asfalto, l'intelligenza artificiale, le puntuali statistiche, non basteranno gli ingegneri giapponesi, né gli operai con la canotta arancio a farci arrivare dove vorremmo essere.
Sarà un sentiero disidratato una pista per capre sediziose a segnalarci un'altra direzione una convergenza verso un punto più vero del nostro passaggio.
Sarà qualcosa di incalcolabile come il ponte di pelle che tiene legato l'amore ai tralicci fissati sul nostro stupore.
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