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Un soffio è stato il fiato

di Amina Narimi
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Pubblicato il 10/12/2014 23:35:41

Quell'ultimo sguardo appoggiato sull'uscio

prepara l'inverno, e la terra più nera

consuma la luce sopra il pianoro

insieme alla notte. Non si ferma il mare,

nella follia  chiara degli occhi,

al rito di toccare con le mani

mi raccolgo nel suo viaggio d'acqua

stretta  come il vischio addosso al pino

 

siamo una coppia salendo per gli dei

nell'unione perfetta dei corpi

tra le curve dell'8 dicembre

non esiste un giorno qualunque,

sappiamo  se  lei è qui che passa

se con la mano ascolta. La quiete che fa,

mescolata nell'aria,  come sognando

si adagia sul ventre del tempio

che alza le vele e si annuncia:

 

È una nave,  il tuo ospedale

che va verso una notte profonda

e qualcosa di grande, tutta per sè-

l'eternitá che  nasce morendo

sull'albero come le foglie, ripeto,

inginocchiata nella stanza , d'argento,

tra i pezzetti di una mela, luminosa

 

era lì la monaca, la sposa del Bellaria-

leggerissima dopo le preghiere

dove il vento si ferma nell'orecchio,

con le sillabe azzurre tra le parole, e i fiori

in te, nessuna macchia- e simile a un vapore,

che il silenzio ha formato nella bocca

con l'ultima voce di una creatura amata

che ha lasciato il calco e il guscio,-

la diga delle lacrime di chi

non ha fatto in tempo  a dire

il proprio nome con il corpo-

con la lingua di bambino, e la corona

dell'assenso per tornare a mani giunte

 

Tremava  il tuo volto nella maschera d'acciaio

vibravo io, sgomenta,  col respiro che reggeva

le frustate impresse a forza ed assistite

dentro i tuoi polmoni, è accaduto qualcosa

di drammatico, di fiati che si passano calore

come il tocco lieve degli uccelli,  in quota

 

un soffio è stato il fiato, di una donna

intorno alla parole: " il cuore di suo padre

ha fatto un salto,

un drammatico salto positivo,

discendendo il fiume estremo di una vita,

che non conosco, dove nessuno arriva"

 

sull'alta cima  è una voce sussurrata

che allarga  con un battito  il respiro

brillando nelle mani della notte:

sul pianoro dei tre pini  c'è un'estate

che canta in fondo al cuore dell'inverno

il tempo di un segreto, che ora preme

per tornare con il seme delle onde

sull'albero da cui si vede il mare


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