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La versione del perdente

di Adielle
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Pubblicato il 21/01/2013 13:34:09

L'inverno s'avvera nella neve che cade

per ripararci dal freddo sceglieremo di coprire le distanze

ci separa un velo da tutto ciò che guardiamo

con quale grazia lasciammo che a menar le danze fosse qualcun altro

la sera del nostro ultimo ballo ciao amore ciao.

Tenersi per mano di fronte a un quadro di Matisse

e mandare a memoria quel che disse

quando salì sul treno per andare via da qui

il più lontano possibile come se fosse mai possibile

lasciarsi tutto il passato alle spalle

un due tre stella mi volto indietro per l'ultima volta

e non c'è nessuno che rimanga immobile, nessuno che si muova.

Quando guardavamo le nuvole

stesi sull'erba tenera del prato

assumere la forma dei nostri pensieri consolati dal vento

nemmeno per un attimo dubitammo del fatto

che quel cielo non fosse eterno

cadere in errore fu facile

lo vollero le labbra

tatuando traiettorie sulla pelle

che riconobbe a stento d'esser nuda come l'aria.

E' passato un cataclisma e tu sempre uguale e così diversa

da sembrarmi un' altra tutte le volte che t'avvisto

per sbaglio scegliendo a caso la strada da percorrere

fischiettando mani in tasca culo basso e sguardo in alto

uno stronzo senza dove, complicandomi il ritorno

io, t'incontro come un nodo della rete

viene al pescatore mentre la raccoglie

perchè t'aspetto dietro l'angolo più cieco

avessi le sue dita o fossi una candela sarei buono a sciogliere

invece composto come una canzone a tavolino

faccio finta di non conoscerti davvero:

- oh ciao (amore) ciao -

e mi volto altrove a fissare un punto

dove il mio sguardo non si tradisca da solo.

Torno a casa e scrivo un capolavoro!  penso  (che risate mi sono fatto!)

poi torno a casa, prendo la matita e comincio a compatirmi

peggio del solito:

 

Misericordia la mia pigrizia ingrassa

alzarsi dal letto diventa un lavoro

non ho più la forza di chiedere perdono per come sono

per cambiare devo compiermi un miracolo

prendere la mira, andare a bersaglio, fare centro

dove anche dio ha fallito

per non aver chiuso un occhio

ho smesso di fare i conti con me stesso

di specchiarmi con stupore nell'universo

preferisco le acque ferme del lago di Scanno

circoscritte al mio destino per osservarmi di riflesso 

non essere mai l'ago della bilancia

su cui si pesa la fortuna di un uomo

la mia retorica pedissequa mi conserva nell'indigenza

e respiro l'aria che non sale in alto

che resta sul fondo

a brancolare nel buio dei miei polmoni 

appena sufficiente a fornire l'ossigeno necessario

per partorire pensieri nati morti

vorrei pagare per una resurrezione ma non ho soldi.

 

Mi sarei potuto impegnare qualcosa all'epoca, adesso non ho nulla

e il futuro non ha avuto la pazienza di cambiarmi.

 

Ah che coppia eravamo, parlavamo di futuro ed era subito fantascienza.

La nostra anima è rabbia pura, schiuma dai pori

per la scoperta di una condanna a una prigionia

le cui catene sono pelle e ossa

torneremo sulla Luna un giorno

a scavarci la fossa con le nostre mani, in tutta fretta

perder tempo sarà il più grave dei reati

e io e te verremo sepolti vivi nelle caverne

per aver abusato della nostra stessa pazienza

solo allora troveremo il tempo necessario

per pianificare nel dettaglio

una rivoluzione da scontare sulla Terra.  

E tu attaccavi con tutta quella storia della cometa in traiettoria

da cui precipitano angeli provenienti da un altro sistema di cose

come pioggia (io pensavo ombrelli)

e chi si bagna si trasforma trovando piena consapevolezza di sè

nel comune destino dell'essere umano finalmente svelato

e non c'è bisogno che si divulghi alcuna parola

perchè a ognuno che si domanda che sta succedendo?

Io chi sono allora?

una voce d'angelo automaticamente risponde in modo che si commuova

e giù fiumi di lacrime per pulirsi dal male rimboccarsi le maniche

e ricominciare

e a chi non vuole piegarsi a ridistribuire la ricchezza e il potere

in senso solidale

viene proposta un'immersione senza gabbia tra gli squali

e si potranno anche rifiutare, anche se gli squali sono ammaestrati

- naturalmente-  facevo io,  si si ma loro non lo sanno e comunque

non potranno volgere altrove lo sguardo quando gli verrà mostrato

tutto il male che hanno fatto punto.

E finalmente tornavi a respirare ed eri bellissima

e con te tutto il mondo conosciuto.

Che ne pensi? Da sviluppare (no comment) ma non ho mentito.

Chi mi ha reso complice dei carnefici?

Se ne potessi scoprire il volto

sotto le maschere vedrei il mio volto

mi porto le mani al volto e sono tre 

e lo lascio coperto di sangue, a chi appartiene?

Mentre perdo le forze e mi tremano le vene.

Delirio dinamico

stasi del connubio isterico

tra ciò che sento e ciò che è vero

patto violato sono stato tradito

apologia di un reato

cui non avevo dato credito

io non riesco ad esistere al di fuori di              io

e non conosco le mie parti                               sono le sue

scabre di consigli                                             sono le sue

su come generare l'equilibrio di unità              mai

la somma mi sfugge                                         certo

le diversità interne ad ogni singola fazione      appartengono a me

cambiano i confini e le formule per l'aldilà      bipolare

tutto si confonde in gioghi di parole.

 

Aprendomi meno solo

da latitante giocato un tiro?

 

                                             Tornare al centro.

 

Spazi angusti quelli della mente

non sanno contenere i miei sbalzi d'umore

e la mia storia si perde

se la potessi ricordare almeno tu

al riparo delle tue ciglia folte

ti fanno ancora ombra agli occhi?

e il Sole sempre se ne avvede

e ingaggia un duello a illuminarti il volto da qualunque posizione

che tu voglia o non voglia rischi comunque

uno splendore poco cruento.

La volta che sei stata più bella in assoluto?

Nell'attimo in cui mi hai mostrato la maglietta della salute

quella sera dentro al tempio

che da allora mi ha chiuso le sue porte

come sei stata dolce

quando abbiamo intrecciato le nostre dita

nel tuo letto quella notte

che ho perso per sempre la cognizione del tempo.

Contrariamente alla prescrzione della poetessa bambina

da cui sono in cura

ripiombo nei lidi del passato

come fosse pestare pozzanghere per strada con le scarpe bucate

non ha mica piovuto? Forse mentre dormivo.

Che freddo fa stanotte sotto terra

e il cielo sopra sembra una coperta bucata

che lascia passare spifferi dai fori delle stelle

quante ne hai contate prima di raggiungere 

un numero sufficiente a farti sentire meno sola?

Sette volte sette

Manola coltiva ancora quel suo vecchio sogno

di brandire lo scettro dell'estate?

O si è messa in pigiama stesa di pancia sul divano

in una mano una cometa nell'altra il telecommando?

Cosa importa se non ha trono nè Corona

un sorso di birra qualunque tra un canale e l'altro

e una stagione in gola

tutta da cantare non appena si schiarisce la voce.

Per me non vi preoccupate

vado dove non si piange.

I miei occhi ricordano con tenerezza

quegli attimi in cui conservavono il coraggio

di sapersi versare lacrime per brindare alla tua assenza

senza passare dal cervello a chiedere il permesso.

La sorpresa è la convinzione che ancora qualcosa accada

che ci possa insegnare il comandamento di un addio

o la preghiera che trovi l'abisso in un fiocco di neve

petali diversi dello stesso fiore

che cresce senza fede nel giardino dell'essenza

dove porti il cane a fare i suoi bisogni

come fosse il tuo mestiere.

Contro un' onda del male ristagna il gemito

tradotto da altra gola in pensiero che qualifica

posso andare ancora dove nessuno mi veda 

prendermi gioco di me con le tue mani? Internet.

Rotola una lenta ascesa fino a toccare nuova terra

piazza la bandiera del dio che non chiede scusa per la sua deriva

piacere, vengo dagli inferi senza essere Satana.

Nessuna resa porta pazienza quanto quella della Madonna

una resa della Madonna

alla fine anche Cristo ha reso l'anima a Cristo

ma era un gioco di ruolo.

Sottoporsi all'inquisizione

essere sempre all'altezza dei propri meriti

conta ancora qualcosa?

Non parlare dei limiti per non parlare dei limiti.

Tenere a bada i rimpianti

sapere che mi guardi e mi confondi

non vergognarsi mai dura solo pochi attimi

ci vorrebbero ghiaccio e sangue freddo nella mia vodka

ma non avevi smesso di bere da pochi secondi?

No, è che mi prendo troppo sul serio

non appena mi crede qualcuno

e poi l'amore non resiste seduto al banco degli imputati

si sfila i chiodi dalla carne e vola via

ascende, lui e così sia, non sto scherzando.

Fuori fa giorno

parla a tutti questo mattino

anche se i cacciatori d'oro l'hanno fatto a pezzi

senza alcun riguardo per la sua compostezza di vedovo

lui ride sghembo mostrando ciò che rimane dei suoi denti

senza scampo un vuoto denso crea echi di pietra nello stagno

tireremo a sorte per vedere fino a dove rimbalzano

le nostre anime appiattite

con i sogni appesi al collo e le scarpe slacciate.

Culla la valle una nenia d'erba fresca e foglie, goccia a goccia

ma le nostre voglie sono arcobaleni capricciosi

non si addormentano prima che abbia smesso di cadere la pioggia

tu incollerai ancora foto ricordo sui miei polsi

di quando le vene erano tutte d'un pezzo

e crederai sia stata l'estate ad aver curato le ferite

col sole il sale e tutto il resto

e io ti diro' allora, ma cazzo, col mio solito charme

come fai a non capire che è il tempo che cura se stesso?

Lo cantò il gallo tre volte, lo dice il frutto, l'annuncerà il regno

a quale dio chiederemo perdono

per le nostre doglie che non arrivano al seno?

Tu al tuo, io al mio, risponderai giungendo le mani

ne nascerà un alterco perchè - tu sei senza dio

e la devi smettere di prendermi per il culo -

infatti:

non sono più e non sono mai stata

nient'altro che il peccato

nemmeno troppo originale di aver creduto a tutto

mi congedo senza rimpianti

non ti nego la cortesia di un ultimo saluto, stura le orecchie e ascolta:

fuori dal corpo sono gli occhi la porta

da cui esce ed entra l'anima

il pensiero si fa parola che brucia l'aria intorno

non si muove una foglia

la volontà si alimenta nel suono

il moto delle stelle si fa musica, elica

strategemma per la codifica di qualsiasi scena

lascia che io veda, can you hear me

dall'altra parte del pianeta?

Sono qui, sono altrove, contemporaneamente

tocco il Sole senza cadere a terra

vivo, muoio e vivo in un battito di ciglia

le mie braccia sono forti

e questa croce sembra fatta d'argilla...

- con questa abbiamo chiuso e vaffanculo -

Mi fissa, sorride beffarda nel suo momento di gloria

e cammina all'indietro senza guardare dove mette i piedi

e io penso adesso cade

a braccia tese, poi stringe i gomiti e gonfia i bicipiti 

è a quel punto che incontra il gradino e cade e io corro da lei

e tutto si ripete.

In realtà avemmo giusto il tempo di scrivere un'ultima cosa insieme

che non c'entrava niente con la nostra situazione

o almeno credo, non ci misi una nota

poi l'accompagnai alla stazione e andò via davvero.

 

 

Mele acerbe

 

I passanti dai cuori distratti e la ruggine negli occhi

non si accorsero nemmeno che piovevano mele acerbe

eppure il loro verde faceva gola a molti

e vennero i lupi per primi

grigi come la cenere che ancora li avvolge

a reclamare la propria parte

e per ultimi i corvi

che sanno fare meraviglie dei loro becchi

ma la virtù sta nel mezzo

ecco perchè tra gli uni e gli altri

fu la bambina che le raccolse

prendendole per i capelli 

c'era una volta e già il tempo si ferma

o non è piuttosto un rallentare di atomi?

 

 

Geometria piana

 

Una giovane donna da un treno in partenza:

-io e te siamo rette parallele, per incontrarci in un punto

abbiamo piegato lo spazio, contravvenendo a regole più grandi di noi

e  non sta bene, io ti lascio, non provare a cercarmi, vado via

e non torno più ma quel punto ti appartiene, fanne ciò che vuoi-.

 

E io sotto, lampo dopo lampo

capii alla fine dei binari cosa avesse voluto dire

è che all'inizio, lo confesso

ero tutto concentrato nell'elaborazione mitologica

di  non so quali teorie matematiche che la smentissero

che non feci in tempo a dirle nemmeno ciao.

Le mele acerbe sono i miei versi

e la bambina che le raccoglie è lei

ne fui commosso e la presi come la promessa

che non sarei mai stato straniero nella terra di nessuno.

Da allora viaggio pochissimo.                                          

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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